La centralità dell’ecologia nell’economia del futuro

I dogmi uccidono le istituzioni e le realtà sociali e quando esse scelgono, più o meno coscientemente di assecondare una verità ideologica senza “se” e senza “ma” esse si condannano da sole alla sconfitta.

Possiamo affermare che la verità storica appena ricordata è alla base del successo del capitalismo? In qualche misura sì dal momento che il capitalismo è un sistema economico che ha attraversato i secoli e rinnovato la società proprio ponendo a fondamento della sua identità la stretta necessità di innovarsi costantemente.

In altre parole, possiamo affermare che il principio per il quale le imprese innovano per vincere la concorrenza condizioni e determini un risvolto pragmatico antitetico a ogni presupposto fanatico?

Per quanto non sia semplice rispondere e definire quindi con certezza una distinzione tra un approccio pragmatico e un approccio ideologico nel solco della cultura capitalista, senza ombra di dubbio, (perlomeno in linea teorica), nulla che abbia come matrice il fanatismo può conciliarsi con una cultura pratica.

Malgrado le nostre buone intenzioni, però, lo stesso capitalismo, nel momento in cui conosce il futuro rischia talvolta di confondersi e di sbandierare dei valori ritenuti positivi (a discapito addirittura degli stessi, talvolta) solo per rinnovarsi; ciò significa che, nello specifico, il tema dell’ecologia (il quale è non a caso spesso affrontato in virtù di motivazioni ideologiche) rischia di non essere ben affrontato se non viene gestito con serietà e lungi da visioni da un lato motivate dal profitto e dall’altro dal becero fanatismo.

In altre parole, dobbiamo o non dobbiamo investire nel settore ecologico? Dobbiamo o non dobbiamo sostenere una qualche forma di transizione verde?

Elon Musk, fondatore di Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX) e Tesla Motors (di cui è chairman e CEO) è convinto che l’ecologia porterà grandi benefici per il mondo e non è un caso che uno dei suoi più grandi investimenti sia infatti Tesla Motors, un’innovativa società automobilistica che si propone di offrire sul mercato modelli di autovetture ecosostenibili.

Certo, il lavoro di Elon Musk a proposito dell’effettiva sostenibilità delle batterie al litio di Tesla merita più di un approfondimento ma il dibattito planetario sul ruolo e sulle funzioni dei servizi ecosistemici si sta fortunatamente diffondendo sempre di più e dimostrando chiaramente quanto sia importante mettere al centro delle nuove analisi economiche il valore del capitale ecologico, degli ecosistemi e della biodiversità presente sul nostro pianeta, (anche in relazione proprio all’impatto che ha l’estrazione del litio).

I sistemi naturali presenti sulla Terra presentano insomma delle proprietà, delle funzioni e dei processi che consentono loro di mantenere continuamente le opzioni evolutive della vita, e queste opzioni sono riconosciute sempre di più fondamentali per il benessere, lo sviluppo e le economie delle società umane perché ormai ne sono parte.

Le dimensioni, il livello di presenza della biodiversità, la stabilità, i livelli di organizzazione, gli scambi di energia e di materia tra i differenti elementi degli ecosistemi, sono dunque tutte proprietà che caratterizzano un ecosistema e che dovrebbero ricevere maggiore attenzione da parte dei players economici e non già perché le proprietà degli ecosistemi garantiscono l’esplicarsi delle funzioni e dei processi degli stessi nell’ambito delle dinamiche evolutive che hanno luogo naturalmente ma anche perché è inevitabile, a questo punto, domandarsi se l’ecologia non sia quindi a sua volta una qualche forma di capitale.

In parole diverse, (un’altra volta), se un’azienda deve avere una visione e un business plan a lungo termine per durare dovrebbe considerare attentamente la sua responsabilità nei confronti dell’ambiente o no? Fino a prova contraria a tutti interessa resistere e mantenere la propria posizione e dunque sì.

Ora, è’ convinzione comune che energie rinnovabili, biocarburanti, mezzi di trasporto ad impatto zero sull’ambiente e bioedilizia saranno i grandi business dei prossimi anni e se ciò è vero, se di conseguenza è vero che è su questi temi che si giocherà una partita tra chi vuole provare ad innovare e a credere anche in un nuovo progetto di globalizzazione e chi invece, al contrario, lascerà tutto com’è, forse dobbiamo seriamente riflettere sulle motivazioni da cui abbiamo preso il largo.

Sì, ci sarà uno scontro inevitabilmente molto silenzioso ma il capitalismo premia tendenzialmente chi innova, in un modo o nell’altro, (di solito) e se forzature delle regole del mercato possono contribuire ad una vittoria momentanea la tecnica potrebbe tuttavia sostenere nel medio termine investimenti considerati oggigiorno vani…