E se sale lo Spread?
E se sale lo Spread? Mettiamo delle cose in chiaro: niente a che vedere con Bilderberg e Massoneria (a proposito, prima di parlare di Massoneria, documentatevi accuratamente…)
La tendenza (negativa e pericolosa) di cercare perennemente un capro espiatorio può inevitabilmente spingere i cittadini verso giudizi affrettati e poco realistici…
Facciamo dunque chiarezza, velocemente: che cos’è lo spread?
Quando uno stato o un’azienda hanno bisogno di denaro possono ricorrere a un tipo di prestito che differisce da quello comunemente inteso: ci si rivolge quindi al mercato, ci si rivolge quindi a tutti coloro che liberamente vogliano fare un determinato investimento.
Come? Si emettono delle obbligazioni, che, una volta acquistate, garantiscono all’acquirente una percentuale d’interesse come rendimento alla scadenza (trimestrale, semestrale, annuale, decennale…).
Nel caso specifico dei Buoni Poliennali del Tesoro l’unità di rendimento (o scadenza) è il decennio: BTp a 10 anni.
Lo stato contrae quindi un debito nei confronti degli investitori e ogni debito deve essere rimborsato.
Aggiungiamo che ogni prestito è legato a un tasso d’interesse che ne determina il ripianamento.
Tutto quello che viene incassato a cosa serve? A coprire la spesa pubblica e a far fronte dunque a tutte quelle esigenze economiche dirette che non sono state coperte con le entrate derivanti dal gettito fiscale (servizi, stipendi per i dipendenti della pubblica amministrazione, pensioni…)
Lo Stato, come un’impresa o una famiglia ricorre allo strumento dell’indebitamento tutte le volte in cui le uscite sono superiori alle entrate, oppure le politiche economiche sono state sbagliate o si è dovuto fronteggiare degli imprevisti o delle circostanze congiunturali negative…
La contrattazione sui mercati è libera e incondizionata e, spesso, per certi aspetti, anche imprevedibile.
Prevale la legge della quantità, non quella della logica.
Per paradosso quindi, se i dati di un azienda quotata sono negativi, ma un elevato numero d’investitori decide, per un motivo ignoto, di premiarla lo stesso, allora il valore delle azioni dell’azienda salirà.
Niente di irrazionale, anzi: le incognite in campo sono sempre tantissime e spesso imprevedibili, appunto.
In definitiva, se lo stato è giudicato affidabile allora le obbligazioni sono considerate sicure e l’interesse di collocamento sarà basso con conseguente riduzione del debito.
Al contrario, se lo stato è giudicato inaffidabile, l’acquisto dei suoi titoli sarà considerato rischioso.
Non dobbiamo subire la cosiddetta “dittatura dei mercati finanziari”, va bene, ma essendo il nostro un paese profondamente indebitato dovrebbe tenere conto delle reazioni del mondo finanziario…
Sarebbe ingenuo infatti credere che tutto quello che succede sui mercati non abbia ripercussioni nella vita quotidiana dei cittadini (e abbiamo appena visto perché).
Perché, in conclusione, si fa spesso riferimento ai bund tedeschi? Perché sono ormai considerati i più affidabili tra i titoli di stato europei.
Niente di grottesco insomma…