Startup ed Autofinanziamento, una Via Possibile?
Può una Startup, definirsi tale, se intende crescere in autofinanziamento?
La domanda è particolarmente importante per me e per tutto il team di Quolit, in quanto, al momento della fondazione della nostra impresa, decidemmo di non cercare fondi presso finanziatori, bensì di utilizzare esclusivamente i nostri risparmi personali. Questa scelta è stata appresa con curiosità dall’ambiente che ci circondava allora. A molti, la nostra decisione appariva in contraddizione con l’essenza stessa di una startup, per definizione caratterizzata dal rapido sviluppo, che è possibile solo con un adeguato finanziamento. Mi scontrai con forza contro questo ragionamento, infatti, volevo che Quolit rappresentasse il giusto equilibrio tra la dinamicità propria di una startup e la solidità tipica del modello di sviluppo dell’impresa tradizionale.
La gestione responsabile dei Costi Iniziali
Se prestiamo attenzione, infatti, al modo di evolversi un’impresa digitale, è possibile notare come i costi di avvio dell’attività sono abbastanza contenuti. Non servono uffici, macchinari, infrastrutture particolari, in fin dei conti, servono solo le competenze e un buon computer. Ne deriva che il ruolo preminente in un’impresa digitale è giocato dalla corretta scelta delle persone da includere nel team (sotto il profilo delle competenze) e da una buona pianificazione strategica delle risorse, volta allo sviluppo prioritario del servizio “core” dell’impresa e solo successivamente allo sviluppo di attività accessorie più dispendiose.
Per questo motivo coinvolsi un tecnico informatico nel progetto Quolit in quanto il lavoro da lui svolto, se non fosse stato internalizzato, avrebbe costituito una voce di costo non facilmente compensabile in assenza di immediati ricavi. Altra figura cardine del team è un responsabile commerciale che si occupi del procacciamento dei clienti, nel nostro caso i venditori. Ne deriva che è fondamentale un team con competenze differenziate ove ognuno lavori in autonomia nel settore di rispettiva specializzazione. Con rammarico, invece, noto che in molti progetti di cui ho sentito parlare, i fondatori hanno il medesimo background culturale, con l’effetto di dover reperire risorse all’esterno (a pagamento).
Fondamentale, poi, nella gestione dell’impresa in autofinanziamento è il concentrarsi sulla pianificazione e sullo sviluppo del servizio “core” non sprecando le scarse risorse in altri servizi accessori. Non è consentito, infatti, compiere errori che potrebbero in poco tempo esaurire tutta la provvista di risorse liquide iniziali. Solo dopo che il servizio principale avrà superato il vaglio del mercato, si potrà passare ai servizi accessori/complementari in un processo di sviluppo, verifica, ed implementazione continua.
La struttura delle “Voci di Ricavo” correlate ai Costi
Sviluppato il servizio “core” è necessario strutturare il rapporto di pricing con i clienti in modo tale da assicurare in primo luogo il bilanciamento dei “costi fissi”, infatti quando le risorse liquide scarseggiano, è necessario che ogni “costo fisso” abbia un correlato “ricavo fisso” cioè un ricavo relativamente certo che non dipende esattamente dall’andamento del mercato a breve termine. Per questo abbiamo lanciato i “Servizi di Vendita Opzionali”, dei servizi aggiuntivi con canone mensile fisso corrisposto dal venditore. Questi nuovi servizi in aggiunta al servizio di vendita base (“core”) gratuito, ci hanno permesso di aumentare la nostra offerta di servizi ed al tempo stesso di assicuraci un introito relativamente sicuro a copertura totale dei costi fissi in modo tale da re-investire il ricavato dell’attività principale (le commissioni di vendita) nello sviluppo della piattaforma.
L’adesione a questi servizi da parte dei venditori ci ha consentito, inoltre, di incrementare anche i ricavi da commissione, in quanto siamo riusciti ad aumentare l’offerta di prodotti sulla nostra piattaforma studiando dei servizi opzionali che ci consentissero di sgravare il venditore da diversi compiti (caricare i prodotti, fotografare gli articoli, tradurre le inserzioni) che costituivano un serio ostacolo al rapido sviluppo ed incremento dell’offerta sul sito.
Il Marketing in Economia
Una delle principali voci di costo in una Startup è la spesa pubblicitaria. Infatti è necessario far conoscere il brand al pubblico. Ma come raggiungere questo scopo senza un adeguato finanziamento?
La risposta è semplice: non esiste solo la pubblicità “a pagamento”, bisogna aguzzare l’ingegno. In primo luogo abbiamo sviluppato un sito SEO friendly ottenendo un ottimo posizionamento sui motori di ricerca a costo zero. Inoltre, sfruttando le API di Ebay, abbiamo sincronizzato il nostro store con il marketplace di Ebay acquisendo, oltre che un nuovo canale di vendita, anche un incremento radicale di visibilità, soprattutto all’estero. La stessa operazione è stata effettuata con Facebook sfruttando la funzionalità della Vetrina delle Pagine Facebook in modo tale che i visitatori della nostra pagina Facebook possano vedere tutti i nostri prodotti senza uscire dal celebre social network. Infine abbiamo sviluppato un articolato sistema di e-mail automatizzate per assicurare il re-engagement degli utenti già acquisiti oltre che a promuovere i nostri nuovi prodotti con le tradizionali newsletter.
Ma la “svolta” in tal senso è stata assicurata dal Magazine, un’idea nata insieme a Quolit. Il Magazine è un canale di comunicazione continua con i clienti, ma non a contenuto esclusivamente commerciale. Attraverso il Magazine il cliente acquisisce fiducia in noi, ci conosce, conosce i nostri venditori, assume informazioni aggiuntive sui prodotti. Il Magazine genera un’informazione sana, non vendite, ciò ritengo sia necessario per il rispetto del cliente.
Conclusioni
In definitiva, ritengo sia possibile fondare una startup, che possa definirsi tale, in autofinanziamento. Noi l’abbiamo fatto e continueremo così. Penso che una scelta del genere sia responsabilizzante e consenta di apprendere prima quale sia il giusto equilibrio da raggiungere. Solo quando le risorse sono proprie e scarse si ponderano bene le scelte, si pensa prima di agire, non si crea una struttura aziendale sbilanciata.
Ma, soprattutto, quando si utilizzano solo mezzi propri si è indipendenti da condizionamenti esterni, si è liberi di fare scelte in controtendenza e, d’altronde, se ci pensiamo bene, non è questa la missione di uno startupper?
Continuate a seguirci e commentate in fondo alla pagina! Al prossimo articolo!