In nome del Green Pass…

“Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati…”; mi pento e mi dolgo, quindi, per essere stato vanitoso, per aver mentito, per aver mancato di rispetto alla mia famiglia e per aver tradito il mio onore… ma no, non mi pento di aver scritto che il “lasciapassare verde” è “un obbrobrio giuridico ed etico; uno sgorbio scientista “pensato” per dividere le persone e accarezzare le peggiori emozioni delle stesse…”.

No, non mi pento quindi di aver invitato i miei simili a non aver paura e no, non mi pento di aver criticato chi ha pensato di chiedere il “lasciapassare verde” per visitare il bosco di San Francesco…

Il pentimento è un atto intimo. Un atto personale e, essendo io un uomo profondamente critico, non posso pentirmi di aver riflettuto sulla legittimità e la correttezza (politica, giuridica ed etica) del “lasciapassare verde”.

Si penta, piuttosto, il Consiglio episcopale della Cei per aver esacerbato gli animi di chi ha detto “no” al “lasciapassare verde”…

Un’ esagerazione? Ecco le parole del Consiglio episcopale della Cei: “Non sono mancate – si legge nel testo – manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”.

Si pentano, dunque, quei vescovi e quei sacerdoti che hanno invaso il “Tempio” con retorica e paccottiglia.

Si pentano subito perché io, non sono mai stato impaurito. Non sono mai stato confuso e la visione della persona umana è e resta quella che ho sempre avuto.

Dunque, cari Vescovi ora mi rivolgo direttamente a Voi e Vi chiedo:  possibile che opporsi al “lasciapassare verde”, ovviamente senza violenze in stile Forza Nuova, significhi davvero avere una visione dei rapporti sociali “assai lontana dal Vangelo” e “dallo spirito della Costituzione”?

Davvero, cari Vescovi, non riuscite ad avere una visione meno faziosa del problema?

Davvero, cari Vescovi, ritenete che la Chiesa tornerà ad essere “luce del mondo” seminando ignoranza e discordia?

La contrarietà, cari Vescovi, non nasce da chissà quale “egoismo, indifferenza o irresponsabilità”. No, la contrarietà nasce dal dubbio. Dallo studio e soprattutto nasce dall’insofferenza nei confronti delle bugie.

Era stato che detto che due dosi sarebbero bastate. Si è pasticciato con le somministrazioni dei vaccini. Si è negato a priori il risarcimento nei confronti delle vittime di effetti collaterali. Si è nascosto che la durata dei vaccini sarebbe stata momentanea. Si è ignorato il caso israeliano. Si è apertamente tradita la Costituzione anteponendo i diritti economici ad altri diritti. Si è apertamente tradita la Costituzione creando delle divisioni sulla base di una scelta e quindi, cari Vescovi, se qualcuno non ha studiato accuratamente la Costituzione (e oserei il Vangelo) siete proprio voi.

Con tutto il rispetto che ho per il Vostro lavoro, non posso non dissentire apertamente con la Vostra presa di posizione così puerile e scontata.

Con tutto il rispetto che ho per la Vostra posizione, non posso non ricordarVi quanto siete lontani da quell’Ecumene che pretendevate di rappresentare ma che avete oscurato rendendoVi mondani.

Le Vostre chiese sono vuote e vuote sono le parole che elevate al Cielo perché hanno perduto l’occasione di far germogliare una forma nel cuore degli uomini.

Le Vostre chiese sono vuote e saranno sempre più vuote anche le Vostre fedi se non smetterete di occuparVi di non-problemi.

Rispondetemi, allora: dov’è il peccato in una critica? Dov’è il peccato nell’amore tra due persone non sposate o dello stesso sesso?

Rispondetemi, Vi prego, e abbiate infine il coraggio di rileggere con reale attenzione le parole di Gesù Cristo quando insegnò la parabola della zizzania…

Se ben ricordo, “la libertà cristiana” è “sequela di Cristo nel dono di sé sino al sacrificio della Croce” (Papa Ratzinger, 1 luglio 2007). In altre parole, “libertà cristiana” significa vivere il libero arbitrio come servizio. Cosa c’entra allora il “lasciapassare verde”?

Va bene richiamare alla responsabilità sociale. Va bene invitare i credenti a vaccinarsi. Però tutto questo col “lasciapassare verde” a poco, o niente, a che fare.

Essere cristiani non significa, dopotutto, rispettare il diritto di ognuno?

Bene, allora non dimentichiamo che tutti quegli strumenti coercitivi che inventa lo Stato per “convincere” un cittadino sono strumenti che uccidono la libertà di scelta e introducono, di conseguenza, un obbligo surrettizio anche per chi, legittimamente, non si fida di quelle star che oggi dicono nero e domani dicono bianco. Amen.