Grandi manovre al centro sul BTP Italia: il Tesoro scopre le carte
La più grande emissione di un titolo di Stato venduta in un unico collocamento-il BTP Italia in scadenza il prossimo novembre per 22,418 miliardi- è stata oggetto di un buy-back e concambio di dimensioni record per 4,2 miliardi realizzati con il sindacato di collocamento tramite Banca Imi e Unicredit.
Sì, si tratta di una formula senza precedenti per il bond quotato solo sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni) e sì l’operazione ha un taglio minimo di 5 milioni di euro ed è mirata fondamentalmente agli investitori istituzionali.
L’operazione è molta complessa ma in breve, come si struttura? Molto semplicemente, attraverso un’operazione attraverso cui il Tesoro ha rimborsato tramite un classico buy-back il BTP Italia in questione, per €4,2 miliardi pagati in contanti contro i €7,1 miliardi di offerte ricevute.
Ma che cos’è il buy-back? Sia in ambito privato che pubblico, il buy-back altro non è che il riacquisto dei prodotti finanziari collocati sul mercato da parte dell’emittente; in altre parole, l’operazione ha visto il Tesoro riaprire cinque vecchie emissioni, quattro BTp e un CCTeu,
Nello specifico, per effettuare questo scambio il Tesoro è dovuto ricorrere alla formula del sindacato, cioè all’intermediazione di Banca Imi e Unicredit, in quanto il MOT è un mercato secondario elettronico retail e non è una piattaforma attrezzata per effettuare direttamente questo tipo di operazioni che solitamente vengono fatte sulla piattaforma elettronica all’ingrosso MTS.
Malgrado i titoli indubbiamente altisonanti, le ragioni che hanno ispirato il Tesoro nella scelta fin qui descritta sono evidenti: il Tesoro ha infatti ideato il buy-back descritto con concambio e sindacazione per centrare una serie di obiettivi, tra cui appiattire innanzitutto la punta del maxi-rimborso del BTp Italia da 22,4 miliardi in arrivo il 12 novembre, allungare la durata del debito pubblico sostituendo un titolo in scadenza tra sei mesi con la riapertura di altri cinque titoli che scadranno tra il 2020 e il 2032 e accontentare la domanda degli investitori istituzionali che desideravano uscire dal BTp Italia per importi molto consistenti per poi reinvestirli in altri bond dello Stato italiano.
In buona sostanza, possiamo dire che il Tesoro ha puntato a stabilizzare la situazione e rassicurare i mercati? Sì.
Ma come è stato accolto il buy-back dal mercato?
Il buy-back abbinato a concambio con taglio minimo di 5 milioni di euro, (una novità assoluta per il Tesoro sul BTp Italia), è stato accolto positivamente.
Infatti, “Il buy-back e il concambio nel formato standard finora utilizzato sono operazioni riservate agli specialisti sul mercato MTS ma non sono replicabili per i BTP Italia non negoziati su tale mercato – ha spiegato Stefano Inguscio, responsabile emissioni governative di Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo) il quale ha aggiunto che “Il collaudo di questa nuova modalità per un BTp Italia è andato molto bene”.
Ma il piccolo investitore come può guadagnare da queste grandi manovre? L’investitore privato che intende vendere il BTp Italia novembre 2017 prima della scadenza può farlo senza problemi sul MOT, (una piattaforma con liquidità adeguata per operazioni al dettaglio); infatti, il risparmiatore che ha acquistato questo BTp Italia in fase di collocamento, se mira al premio fedeltà dovrà detenerlo fino a scadenza.
Al retail il BTp Italia indicizzato all’inflazione italiana, emesso alla pari, acquistabile da casa con l’homebanking, (con annesso paracadute in caso di deflazione), insomma, piace l’ultimo BTp Italia collocato in maggio (il quale è stato venduto per una quota importante al retail e i privati si sono aggiudicati il 37% dell’importo totale emesso).
Malgrado tutto, malgrado quindi le difficoltà crescenti proposte dai mercati e malgrado le perplessità circa una situazione politica non ben definita (in Italia e in Europa), si continua a credere nella possibilità di difendere i titoli fino scadenza, con la convinzione dunque prima di ogni cosa che ricevendo sicuramente un rimborso pari al valore nominale questo significhi che la nostra economia rimarrà solida.