Gli appunti di Ferragosto

Di ambiguità si muore.
Lo insegna la storia.
In Italia, ad esempio, viviamo la genitorialita’ spesso quasi come un obbligo, tuttavia continuiamo a discutere (nel 2018) di vaccini obbligatori…
Cioè, per essere chiari: se non hai figli sei un’anomalia ma se non li vaccini non ci sono problemi…
Non insisto ma permettetemi, oggi mi voglio divertire…
Fino ad un anno fa, la mediocrità suscitava in me reazioni contrastanti (spesso di rabbia); oggi, sebbene, ancora non ne sorrida con distacco, ho imparato ad ignorare con suprema boriosità tutto quello che non mi interessa…
Nonostante tutto ciò, nonostante la serenità di un proficuo ozio creativo, non riesco a non scrivere della banalità che caratterizza le cronache (anche) di questi giorni…
Ci pensate che la forza politica più forte in Italia non è in grado di avere una posizione chiara sui vaccini? Da un partito (perché la “banda degli honesti” è un partito come tutti gli altri) che pretende di cambiare il paese ci si dovrebbe aspettare chiarezza, e invece ogni volta che tenta di fare politica fa solo confusione.
La linea del governo italiano è semplice: non è necessario essere laureati in medicina per parlare di vaccini, non importa studiare e/o fare esperienze perché tanto è sufficiente interrogare la Rete…
Siamo nel 2018, molti paesi investono in innovazione e qui si pagano le conseguenze dell’apatia intellettiva di un partito che rappresenta la peggiore paura dell’essere umano: il cambiamento necessario, quello che non puoi evitare per continuare a vivere, quello che, temo, il M5s è capace di rappresentare solo a parole…

La verità, purtroppo, è evidente: il M5s  è una conseguenza della malattia che ha colpito la democrazia in Italia, una deriva ispirata dall’ignoranza più autentica e dall’odio, lo stesso odio che ispira chi non ha ad attaccare chi ha.

Che cosa resterà? “Lo scopriremo solo vivendo”  ma le anticipazioni non sono incoraggianti…

Qual’è la visione del M5s? Vivere in un paese onesto? Combattere gli sprechi? Come è possibile, mi domando ancora, fidarsi di un partito incapace di esprimere una linea chiara?

Lo sapete che in Italia il 49,7% del PIL nazionale (852 miliardi di euro, fonte MEF ed ISTAT) è direttamente da ascrivere a entità dello Stato, ovviamente quasi sempre questa componente di PIL ascribivile allo Stato è al di fuori delle logiche concorrenziali del mercato, quindi è PIL fornito in situazioni di monopolio (naturale o per legge); ricordiamo che le attività gestite dalle amministrazioni comunali aggiungono 86,5 miliardi di euro al PIL (fonte, ISTAT).

Lo sapete che i servizi forniti da enti ed aziende possedute dagli enti territoriali locali (come ad esempio le aziende che si occupano di trasporto locale, raccolta e gestione dei rifiuti, gestione dell’acqua) operano sulla base spesso di concessioni, quindi a diretto contatto e diretta dipendenza dalla mano pubblica? Secondo stime (stime!) le società partecipate dallo Stato centrale e locale sono circa 10.500 ed hanno prodotto 252,6 miliardi di PIL (dato 2015, ultimo disponibile; fonte Report ISTAT 23 ottobre 2017) e con queste arriviamo ad una quota vicina al 70% del PIL nazionale: 1.191,1 miliardi di euro!

E qui ci fermiamo…

Come può, mi chiedo ancora, un governo che dovrebbe incoraggiare la concorrenza non porre in essere un programma concreto per portare sul mercato tutto ciò che si può?

Riformare significa cambiare e l’Italia non ha mai avuto tanto bisogno di un cambiamento simile quanto oggi.

Come liberista (e liberale) continuerò a difendere i princìpi del libero mercato per molto tempo; non mi vergogno di ripetere che continuerò a disertare le urne fino a quando non ci sarà una forza politica abbastanza determinata a dare voce alle idee appena descritte.

Tuttavia, da liberale soprattutto, comprendo quanto sia importante per chi ha il dovere di essere classe dirigente assumere quando è possibile un atteggiamento pragmatico nei confronti della realtà.

Ogni paese ha le sue esigenze che dipendono strettamente da contingenze storiche: l’Italia adesso ha bisogno inequivocabilmente di maggiore concorrenza.

Mi dispiace che il governo continui ad assumere un atteggiamento confuso nei confronti del futuro, ma dopotutto, si sapeva, non mi aspettavo di meglio…

Resta l’amarezza, oggi, 15/08/2018, per quello che è successo ieri a Genova: prescindendo da tutto sarebbe opportuno evitare che anche simili eventi vengano trascinati nel gorgo della polemica più sterile ma purtroppo è la paura che ci comanda…