Un disperato bisogno di…leadership
Recentemente ho letto un libro fondamentale per tutti coloro che intendono dare una svolta significativa al proprio pensiero:
“Pensa e arricchisci te stesso” di Napoleon Hill.
Riassumerei il libro attraverso le stesse parole dell’autore: ” Le preoccupazioni di oggi possono diventare le esperienze inestimabili di domani”.
Ci sarebbe tanto da scrivere su Hill e sulle sue opere ma oggi, ad una settimana esatta dalle elezioni politiche, mi piacerebbe tornare su una storia che l’autore racconta nelle prime pagine del libro: la storia dell’uomo che pensò di entrare in società con Thomas Edison.
Edwin C. Barnes, secondo Napoleon Hill, scoprì l’assunto per cui solo gli uomini che sanno pensare si arricchiscono: essi infatti non sono solo capaci di immaginare un risultato, ma soprattutto la strada per arrivare a quel determinato risultato (nonostante tutto).
Barnes non voleva lavorare per Edison ma con Edison.
Hill è chiaro: “Non penso’ assolutamente (Barnes) <<Terrò gli occhi aperti su altre eventuali occasioni nel caso fallissi nel mio scopo>>, ma si disse: <<Vi è un’unica cosa al mondo che desidero e sono deciso ad avere: mettere in piedi una società con Edison…>>”
Credo sia superfluo precisare che ovviamente riuscì nel suo scopo.
Talento si, ma anche forza mentale.
Ho riflettuto molto su questo episodio, in modo particolare sul fatto per cui Barnes non considerasse possibile nessuna alternativa al suo obiettivo primario…
E sono giunto alla conclusione che quella straordinaria visione della vita non fosse una prerogativa innata solo di Barnes: se Napoleon Hill aveva creduto che il suo esempio potesse essere valido per tutti significa che tutti possono avere abbastanza talento per realizzarsi.
Che cosa c’entra tutto questo con la politica allora?
Tantissimo.
Molti hanno già rilevato come la distribuzione del voto del 4 marzo sembri riproporre il profilo frammentato dell’Italia preunitaria.
Partendo da Pomigliano, Luigi Di Maio ha infatti dilagato nel “Regno delle Due Sicilie”, superando spesso il 40% e in alcuni casi perfino il 50%.
Al Nord invece la propaganda del Movimento 5 stelle ha faticato tantissimo e in molti casi i candidati non sono andati oltre il 20%.
Questa polarità tra Nord e Sud può essere letta in vari modi, una delle letture più legittime potrebbe contrapporre quella parte di Italia che versa allo Stato più di quanto non riceve (il Settentrione) e quella parte che ottiene invece più di quanto non dà (il Meridione).
Prescindendo dal fatto che la Lega da più di vent’anni cerca una soluzione a questo problema, non possiamo non realizzare ancora una volta quanto sia drammaticamente fermo il nostro paese.
Se è vero che il Movimento 5 stelle vuole rilanciare l’economia attraverso il cosiddetto reddito di cittadinanza bisogna mettere delle cose in chiaro perché se Di Maio diventasse premier e rispondesse alle richieste del Sud per la società nel suo complesso, non giriamoci intorno, non ci sarebbe più alcun futuro.
Quando impareremo che non possiamo più permetterci di educare i cittadini all’assistenzialismo?
Quando impareremo che tutto quello di cui ci lamentiamo non è altro che una conseguenza della nostra incapacità di reagire?
A tutti piace la libertà ma la libertà comporta responsabilità. In ogni modo. Sempre.
Qui torna in gioco l’importanza del nostro sistema educativo che ha fallito e continua a fallire perché dimentica di mettere al centro di ogni percorso di crescita proprio questo fondamentale.
Se rinascita ci sarà, essa ripartirà dall’educazione: dalla sua capacità di formare nuove generazioni di individui consapevoli delle loro capacità e lontani da qualcosa di indefinito che li consola ma che inevitabilmente li deluderà strada facendo…
Un disperato bisogno di leadership insomma: di credere in un’alternativa vera che aiuti i singoli a comprendere autonomamente le loro intrinseche potenzialità.