Margherita & Marzia- Marzia (Parte seconda)
Sapete cosa sono i Channa? Sono dei pesci provenienti dai mari dell’Asia.
Sebbene siano estremamente aggressivi, i Channa sono tuttavia degli animali pigri e non a caso, tendono ad aspettare le loro prede adagiati sul fondale.
Ora, se il timido marito di Marzia Malerba avesse o meno pensato alla moglie nel momento in cui aveva scelto i pesci appena menzionati è un mistero; ciononostante, chiunque li avesse osservati divorare sadicamente le esche preparate per loro mentre l’ex onorevole difendeva su Facebook le giravolte del suo leader, non avrebbe potuto che pensare alla malafede del pover’uomo…
“Carissimo…sai bene…”
E bla, bla, bla…
Gran parte di ciò che scrive è un’ovvia ripetizione, una stantia riproduzione di qualcosa scritta da qualcun altro per servire le “logiche” elettorali del partito. Tutti lo sanno, tutti lo vedono ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo e nessuno ha il coraggio di essere unico.
Affascinante, aggressiva e pigra come i pesci che, appunto, possiede, il suo sguardo ruvido si incanta sul nome di una certa Margherita e per evidenti ragioni non può che ripensare all’imminente incontro con la sua ex assistente:
“Andrà tutto bene…” Si ripeté nella mente, “Non hai nulla da temere…”
Così le avevano ricordato più e più volte il suo avvocato e l’avvocato di Cheng: “Non hai nulla da temere” e da brava conoscitrice del potere che può avere una profezia che si auto adempie, aveva ceduto a sua volta all’acquisto di quella che sembrava essere una vera e propria magia…
“Non hanno nulla contro di te!” Scrive all’improvviso confondendosi.
“Volevo scrivere…” Dice a voce alta, “I russi…” Ma i pensieri si contorcono li uni sugli altri, tutto si fa pesante, assurdo e per un brevissimo istante la protervia con cui aveva combattuto quel pomeriggio si dilegua.
Con sguardo appannato guarda quindi oltre le sue lunghe gambe abbronzate in direzione dell’acquario per tentare di riprendersi dalla staticità ma non riesce a ripensare a nulla se non al fatto che sapere i suoi figli al mare con il marito, quel giorno, è dopotutto un bene.
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Tutto era cominciato poco dopo la fine del Lockdown, nel mese di ottobre. Marzia Malerba, di quei giorni monotoni ricorda i capricci dei figli, i silenzi insignificanti del marito di fronte alla sua ambizione, Zhao Cheng che riceve un avviso di garanzia e i giornali che cominciano a parlare della loro amicizia.
“Avete avuto una relazione?” Gli domanda un giorno l’uomo con cui ha generato due bambini.
“Assolutamente no!”
Mentire al marito è un problema irrilevante di fronte alla possibilità che qualcosa cominci a crollare e di fatti, qualcuno ben presto inizia ad “unire i puntini” e a notare che negli ultimi anni gli incontri con l’imprenditore cinese sono stati numerosi…
“Non ho accettato nessuna tangente dal signor Cheng!” Ammette un giorno ad un giornalista che ha iniziato a seguirla addirittura in palestra.
“Chi ha mai parlato di una tangente, onorevole?”
Ben presto, quel passo falso fa sentire il suo eco in Procura e dopo numerosi rimandi, il Pubblico Ministero decide di convocare l’ex onorevole come “persona informata sui fatti”.
“Non hanno nulla in mano e non possono provare ciò che vorrebbero provare!” Le aveva ribadito l’avvocato almeno un milione di volte. “Ma sta’ attenta, Marzia: un altro passo falso e potresti essere fottuta…”
“Ne sei sicuro?”
“Sicuro!”
La possibilità di aver accettato delle tangenti dal ricchissimo imprenditore cinese resta perciò una voce infondata che tuttavia fa tremare Marzia Malerba più di una volta perché in realtà, le tangenti le ha accettate eccome!
“Non potranno mai arrivare ai conti off-shore, abbi fede Marzia!”
“Ne sei sicuro, avvocato?”
“Sicuro!”
Ciononostante, Marzia continua a tremare ma soprattutto continua a domandarsi che senso abbia avuto accettare i finanziamenti illeciti di Cheng e non poter toccare quasi un milione di euro!
“Questa è la vita che ti sei scelta…” Ha il coraggio di ricordarsi una mattina guardandosi allo specchio, “Andrà tutto bene…”.
Ma i giornali insistono, i vecchi nemici perseverano e nessuno sembra convincersi della sua evidente innocenza così un giorno, all’improvviso, dall’acquario delle Channa emerge un’idea semplice e ovvia: “Se qualcuno che ha seguito ogni mio movimento testimonierà a mio favore le voci avranno fine e potrò finalmente ricandidarmi…”
L’avvocato è d’accordo, l’avvocato di Cheng e lo stesso Cheng non sono da meno:
“Non resta che convincerla, Marzia…”
“A questo penserò io, avvocato: Margherita è un’idealista ma è pur sempre una madre single, non lo dimenticare…”
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Alle otto in punto, il citofono trilla e Marzia Malerba, già pronta per accogliere i propri ospiti da almeno un’ora, si precipita senza indugio alla finestra per sbirciare verso il cancello.
Alla vista del proprio avvocato, il signor Tagliaferri, l’ex onorevole si irrigidisce e abbandonando le maschere malinconiche indossate davanti allo specchio i minuti precedenti, apre la porta che affaccia sul giardino:
“Venga pure avvocato, è aperto!”
Senza attendere un secondo invito, l’avvocato Tagliaferri, un uomo di almeno cinquant’anni e vestito di tutto punto, supera il cancello con tracotanza e sorride con disinvoltura alla vista della cliente:
“Onorevole!”
Si stringono la mano senza eccessive formalità e quando si ritrovano a tu per tu all’interno della casa, Marzia corre dritta al punto, senza preamboli:
“E’ tutto pronto?”
“E’ tutto pronto, ma…”
“Ma?” Lo interrompe la donna arricciando un labbro e mostrandosi insicura.
“Cheng e il suo avvocato pretendono di partecipare…”
“Verranno qui? Ma è assurdo!”
“No, Marzia…” Si affretta a correggerla Tagliaferri senza curarsi di nascondere il suo disappunto, “Parteciperanno su Zoom…”
“Ah già…Zoom…”
Sbiascicando il nome di un’applicazione quasi più importante del pane per alcuni, Marzia si abbandona sul divano:
“Zoom…” Ripete una seconda volta, come se vinta da una forza invisibile.
L’avvocato la guarda perplessa e afferrando le spalle di una sedia si accomoda tra lei e l’acquario:
“Va tutto bene?”
“Ma certo avvocato!” Gli risponde quasi alterandosi, “Sto benissimo!”
Tagliaferri esita un istante, viene colto in contropiede ma volta pagina senza pensarci troppo e recuperando dalla valigetta un tablet torna quindi ad occuparsi del suo caso con invidiabile serenità:
“Dunque, Margherita se non ricordo male sarà qui tra meno di mezz’ormai, giusto?”
“Giusto.”
“Sarà importante che lei si convinca della necessità di giurare che tutti gli incontri avvenuti tra te e Cheng sono avvenuti alla sua presenza e in un quadro istituzionale…”
Marzia Malerba accavalla le gambe che intanto ha imprigionato in un elegante pantalone di lino scuro e inclina il capo in direzione del suo legale:
“E’ necessario che ricordi ogni singolo incontro?”
“No, questo no: Cheng è un’importante imprenditore nel collegio in cui fosti eletta e di conseguenza i vostri incontri hanno avuto ragione proprio alla luce dei vostri rispettivi ruoli…”
La padrona di casa alza gli occhi verso il soffitto per schiarirsi le idee un momento:
“Avvocato ma sei sicuro che basterà una dichiarazione di Margherita?”
Tagliaferri ha ripetuto la sua strategia a Marzia almeno cento volte: nella sua mente, sebbene qualcosa possa andare storto, nulla potrà convincere i giudici della testimonianza di chi per ben cinque anni ha seguito l’ex onorevole come un’ombra:
“Quando i giudici capiranno che tra te e Cheng hanno avuto luogo esclusivamente incontri istituzionali volteranno pagina e torneranno ad occuparsi immediatamente di lui, non ti preoccupare…”
“Si, ma…”
“Marzia, non hai nulla di cui preoccuparti: quelli non hanno nulla in mano contro di te!”
La donna torna a contemplare il soffitto e inizia a dondolare il piede destro con insofferenza:
“Va bene: chiama Cheng allora.”
Così concludendo si alza con impazienza dal divano e incrocia le braccia sul petto in attesa che Tagliaferri proceda:
“Mi fido…”
Convinto della solidità di ciò che ha meditato, l’avvocato inizia a chiamare il suo collega e Cheng i quali, poco dopo appena tre squilli irrompono nella stanza:
“Avvocato buonasera e buonasera a lei signor Cheng…” Comincia Tagliaferri.
“Buonasera a voi!”
“Buonasera…”
I convenevoli sono esigui e timidi e quando l’inflessibilità del tempo suggerisce a Marzia di prendere la parola, Cheng la anticipa:
“Come stai Marzia?”
Di Cheng ode solo la voce bassa e dura, il video non sembra disponibile; ciononostante, la presenza di un uomo che dopo averle dato il potere ora paradossalmente può toglierlo le ricorda qualcosa che non avrebbe mai dimenticato: un incontro segreto avvenuto nel cuore della notte, cinque parole: “Ora non puoi tornare indietro…”
“Sto bene, grazie…”
“Vedrai che questa storia si chiuderà presto…” Le suggerisce dopo un impercettibile momento di silenzio.
“Ne sono sicura…”
Marzia guarda Tagliaferri, il quale ricambia a sua volta il suo sguardo: “Non preoccuparti di lui…” sembra suggerirle.
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Dopo poco meno di mezz’ora a base di definizioni quasi superflue, Tagliaferri chiede a Marzia un bicchiere d’acqua e prova a convincersi nuovamente che se nella sua mente i giudici non riterranno opportuno iscrivere nel registro degli indagati la sua assistita ciò non accadrà.
“A Cheng facciano ciò che vogliono!” Si ripete, “Ha le spalle larghe e soprattutto può sopportare un processo ma Marzia no: Marzia DEVE poter tornare alla Camera. Ne va della mia carriera!”
In fondo al suo cuore e in fondo al bicchiere che le porge la sua prestigiosa cliente vi è ciò che abbiamo scoperto e molto di più di una profezia che si autoavvera: vi è infatti un disegno preciso, un passaggio fondamentale…
“Posso offrirti qualcosa da mangiare?”
Osserva distrattamente il sorriso tirato e ambiguo di Marzia, le sorride di rimando e scuote il capo con garbo:
“Ti ringrazio…”
In quel momento, Cheng tenta di riprendere il filo di un discorso che forse nessuno ha ascoltato ma il trillo del citofono supera la sua voce e ogni accenno di impazienza:
“E’ qui…” Sussurra Marzia con evidente preoccupazione.
“Molto bene.”
Tagliafferri si alza dalla sedia e si china verso il tablet sul tavolo:
“E’ arrivata Margherita, signori…”
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Il vialetto che porta al cancello è ormai buio: ciò che si può vedere si può vedere solo grazie ad una luce tiepida e occidentale. Nonostante ciò, quello che vede Marzia è più di un corpo, è uno spirito che porta dentro di sé una forza che vorrebbe padroneggiare ma che non può neppure comprendere…
“E’ lei?” Gli domanda con impazienza Tagliaferri.
Marzia vorrebbe rispondergli ma qualcosa ha irrigidito le sue dita: è un ricordo…
La visione ombrosa che si erge a pochi metri si è confusa all’immagine fiera che vide un anno prima in una corsia del “Centro Leonardo” a Imola:
“Margherita!”
“Sei proprio tu?”
“In carne ed ossa…”
I loro sguardi in quell’occasione non si allontanano mai e per questa ragione, Marzia deve ben presto difendere ciò che spera di voler essere con l’unico strumento che una persona come lei può usare per sopravvivere: l’apparenza.
“Ho letto ciò che hai scritto a proposito del “Green pass” su Facebook: non dovresti definirlo un “provvedimento fascista”, Margherita …”
“E perché non dovrei?”
“Perché il “Green pass” è uno strumento che permette di frequentare ambienti sicuri!”
“No, Marzia: il “Green pass” è una scusa, uno strumento che permette allo Stato di dividere i cittadini e di declinare ogni forma di responsabilità…”
La nebbia che avvolge ciò che è stato si dirama all’improvviso, come se una mano invisibile l’avesse distrutta con furore e inspiegabile insofferenza:
“Lo dicevo perché non vorrei che ti ritrovassi nei guai…”
“So badare a me stessa, grazie Marzia.”
L’ultima patina di vissuto cade a terra provocando un rumore quasi assordante ma nessuno la sente come la sente l’ex onorevole che non solo deve sopportare di camminare sopra i cocci di qualcosa che non può ignorare ma deve inoltre fingere di non invidiare l’odore che supera il cancello: l’odore invincibile di una donna libera…
“Benvenuta Margherita!”
Le due donne si guardano di sfuggita, Marzia tenta di riemergere dal fondale in cui percepisce di essere precipitata e attaccare ma Margherita le risponde subito con uno sguardo duro, impenetrabile:
“Ciao Marzia.”
“Accomodati, ti presento il mio avvocato: Roberto Tagliaferri.”
L’uomo si alza in piedi con comprensibile imbarazzo e scruta di sfuggita la grazia che porta con sé Margherita, le si avvicina fremente, quasi tremando e non appena capisce di poter osare le porge infine la mano:
“E’ un piacere!”
“Piacere mio.”
La donna ha compreso quasi tutto, o forse. Marzia fiuta nell’aria il dubbio, l’insofferenza ma non accenna a cedere e come i Channa che ha osservato distrattamente mentre Margherita invadeva la sua sala, prova a restare quindi sulla scena:
“Posso offrirti qualcosa?”
“Andiamo al punto, Marzia: non mi aspettavo di conoscere il tuo avvocato questa sera…”
Marzia sospira: ormai non può tornare indietro e per questo motivo prova a recuperare le parole che aveva preparato nelle ore precedenti:
“Ti chiedo di scusarmi ma ti prego: accomodati, non ti tratterrò troppo. Promesso.”
Margherita è incerta: conosce tutti i trucchi che conosce Marzia ma ormai nemmeno lei può tornare indietro…
Maledicendo perciò la curiosità e la generosità che ha spinto il suo cuore a muoversi verso una donna che ha ben compreso essere in difficoltà tace e si siede dove poco prima sedeva la sua ex collaboratrice.
“Dunque, prima di cominciare devo chiederti se hai nulla in contrario circa la partecipazione del signor Cheng e del suo avvocato…”
Margherita osserva con sorpresa Tagliaferri:
“Dipende…”
“Buonasera dottoressa Martinelli!” La anticipa Cheng.
Margherita è sorpresa, i suoi occhi si perdono ad osservare il tablet sul tavolo:
“Buonasera a lei signor Cheng e buonasera avvocato.” Risponde incerta.
“Buonasera!”
“Ci perdoni Margherita ma come avrà modo di capire la nostra presenza è più che indispensabile!” Aggiunge prontamente l’imprenditore cinese.
“Davvero?”
“Come ben sai, Margherita, Marzia negli ultimi due anni ha dovuto affrontare delle accuse importanti…” Ricomincia Tagliaferri, “Per questa ragione, il signor Cheng in persona desidera chiederle di testimoniare a favore della dottoressa Malerba e di confermare che gli incontri avvenuti tra i due hanno sempre avuto luogo in contesti istituzionali, e, naturalmente, alla sua presenza.”
Le parole dell’avvocato si trascinano dietro un silenzio imbarazzante che neppure Cheng ha il coraggio di smorzare.
Margherita tira un lungo respiro, adagia la lunga schiena al divano e alza lo sguardo verso Marzia rimasta nel frattempo in piedi:
“Vorresti che andassi in tribunale a testimoniare il falso? Davvero?”
Marzia si gratta distrattamente una gamba e alza il dito indice:
“Non è esattamente questo quello che ti stiamo chiedendo…”
“No?” La interrompe bruscamente, “Tu hai frequentato Cheng di nascosto, hai accettato mazzette e Dio solo sa cos’altro avete fatto insieme per cui no: non chiedermi di affermare il contrario sotto giuramento!”
“Margherita, la prego…”
“Avvocato: lei fa il suo lavoro ma io non ho la benché minima intenzione di assumermi questa responsabilità!”
Così dicendo, si alza dal divano e afferra la borsetta che aveva gettato al suo fianco ma prima di muovere un passo, Marzia la anticipa e le afferra le spalle con cautela:
“Ti prego, ascoltami…”
Le due donne si guardano nuovamente negli occhi ma questa volta nessuno ha il coraggio di frapporsi:
“Pensa che cosa potrebbe succedere se dovessero iscrivermi nel registro degli indagati: la mia vita crollerebbe e i miei figli sarebbero i primi a pagarne le conseguenze…”
Margherita esita, una crepa le apre lo sguardo e Marzia, forse senza eccessiva malizia, ne approfitta:
“Nessuno ha le prove che tra me e Cheng ci sia stato qualcosa e le tue parole non potranno essere smentite: non ti accadrà nulla e Tagliaferri è pronto a dimostrartelo…”
L’ex assistente di Marzia getta uno sguardo incerto nei confronti dell’avvocato il quale prova a nascondere la sua ammirazione con maldestra rapidità:
“Certamente Margherita!”
“Non pensare a me, pensa ai miei figli, ti prego…”
Trafitta nella parte più profonda di ciò che crede essere una corazza, Margherita annaspa: vorrebbe rispondere, provare ad insistere ma alla fine, l’unica cosa che non riesce ad evitare è proprio l’immagine dei figli di Marzia che vengono costretti a subire l’umiliazione di aver avuto una madre pregiudicata:
“Ciò che faccio lo faccio solo per i tuoi figli Marzia e per favore: non insistere e non provare ad offrirmi qualcosa…”
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Nel lungo tragitto che separa Borgo Tossignano da Castel San Pietro terme, Margherita Martinelli non ascolta la musica.
Prova a rimettere ordine nei suoi pensieri ma invano: tutto ciò che infatti riesce a concepire è astio, insofferenza e delusione.
Avrebbe voluto tenere la schiena dritta di fronte un potere che non ha più capito ma davanti alla concreta possibilità di ferire degli innocenti ha ceduto.
Sì, ha ceduto per una ragione legittima e onesta, niente e nessuno avrebbe potuto contraddire la sua testimonianza ma alla fine, tutto ciò che Marzia Malerba aveva rappresentato avrebbe vinto un’altra volta.
Non sa se quella sera, prima di coricarsi nel lettone dove trova rifugio sua figlia, avrà il coraggio di guardarsi allo specchio e buttarsi tutto alle spalle come un normale essere umano, non sa se la mattina dopo riuscirà a fare finta di nulla in attesa dell’udienza ma sa bene, molto bene, che alla fine di quell’ennesima brutta storia l’unica persona che avrà perso un altro pezzo nel lungo tragitto dell’esistenza sarà solo lei.
(…)