Call for ideas from France: Macron annuncia 10 mld per le Startup

“Venite in Francia, siete i benvenuti, è la vostra nazione. Noi amiamo l’innovazione. Noi vogliamo le persone innovative. Noi vogliamo le persone che lavorano sui cambiamenti climatici, sull’energia, sulle energie rinnovabili, e sulle nuove tecnologie. La Francia è la vostra nazione”. Parlava così Emanuel Macron durante la campagna elettorale, in un video di 1’ 24” postato su Facebook. Promesse elettorali? Sembra proprio di no: il giovane presidente francese ha annunciato a VivaTech, dopo il risultato delle elezioni legislative, l’istituzione di un fondo da 10 miliardi di euro per le startup e l’innovazione. Ha aggiunto su Twitter: Io voglio fare della Francia una startup nation. Una nazione che si muove come una startup“.

Macron ha deciso quindi di giocare la sua leadership anche sull’innovazione. Dopo aver risposto in maniera decisa al presidente Donald Trump rovesciando il motto “Make America Great Again” in “Make the World Great Again”, si è rivolto a ricercatori, imprenditori e tecnici americani impegnati sulle questioni climatiche, li ha quindi invitati a recarsi in Francia per condurre le proprie ricerche e attività, garantendo budget che rischiano di perdere negli Stati Uniti dopo le scelte del neo presidente Trump.

Poteva sembrare solo una provocazione, in quel momento ma adesso si conferma una mossa per conquistare la leadership europea e rilanciare l’economia del suo paese.

Al di là delle possibili interpretazioni (geo)politiche, si tratta di una notizia interessante. L’Europa ha indubbiamente bisogno di leader in grado di assumersi dei rischi, di andare oltre le regole consolidate, di guardare oltre i propri confini. Quella di Macron può essere letta come una chiamata all’innovazione, una “call for ideas” di dimensione mondiale, un invito a usare la Francia e l’Europa intera come incubatore e investitore, secondo una logica di open innovation outside-in, per accogliere innovazione dall’esterno, sostenerla e ovviamente svilupparla.

I risultati dell’innovazione hanno l’obiettivo di essere restituiti al mondo, e in questo troviamo la logica di open innovation inside-out: trasferire all’esterno l’innovazione sviluppata internamente grazie a risorse esterne.

Henry Chesbrough, noto teorico collaboratore di Macron ha spiegato così l’“Open Innovation”: “L’Open Innovation è un paradigma basato sul concetto per cui le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche” (Oxford, 2006).

La storia ha conosciuto già questo concetto, vecchio come il mondo ma pur sempre innovativo e fresco. I grandi imperi si sono fondati su questo teorema e il multiculturalismo, anche questo ce lo insegna la storia, quando è ispirato da valori comuni, è alla base di grandi sistemi sociali.

Va da se che questi concetti possano essere adottati, non solo a livello di impresa, ma anche a livello a politico per affrontare questioni che hanno rilevanza planetaria. L’Italia, un paese ormai privo di leader (ma non di forza), dovrebbe imparare molto. Questo modo di sostenere il cambiamento culturale necessario alle nostre imprese e alla nostra Pubblica Amministrazione dovrebbe ispirare l’azione della classe dirigente ogni giorno affinché sia evidente e concreto il contributo al rilancio e allo sviluppo del Paese. Startup, Università, Sviluppatori, Centri di Ricerca, Incubatori hanno bisogno di sostegno e idee nuove, non di banalità come testi e ricerche pensati esclusivamente per preservare interessi e prestigio di parte.

La vecchia classe dirigente ha fallito.

La classe dirigente che sta emergendo (quella che per intenderci appartiene alla generazione nata dopo tangentopoli) sembra non aver capito bene che il mondo è cambiato e pretende ancora di spiegare la realtà attraverso logiche di partito e logiche obsolete, inadeguate per una realtà in costante mutamento.

Se resa dei conti ci sarà anche in Italia tra vecchio e nuovo probabilmente non ci sarà presto ma la storia insite e chiede il conto. Chi avrà il coraggio di rispondere?